La moviola in campo, genesi di una rivoluzione annunciata

Vogliamo la moviola in campo!!! Tuonava il buon Biscardone nazionale dai salotti delle tv locali. Una vita a battersi per i diritti dei più deboli. A cercare di abbattere a urla e insulti quel dogma incrollabile sostenuto dalle alte sfere del calcio: la moviola in campo mai. Sostenuto dalle più svariate motivazioni (rallenterebbe il gioco, snaturerebbe la natura stessa del calcio, ecc…),  giustificazioni (l’arbitro sbaglia come sbagliano i calciatori, la somma delle sviste a favore e sfavore si compensano, ecc…) e insensate prese di posizione.

Poi, è arrivato calciopoli. Il vacillante sistema di fiducia nella classica arbitrale si frantuma definitivamente. E quella che è la più classica delle discussioni da bar, di colpo comincia a trovare una sorta di corrispondenza nella realtà. Se ne parla davvero. La tecnologia sembra essere ormai pronta. Si parla di sperimentazioni imminenti. Si ragione su come usarla. Quando usarla.

Nicchi, presidente dell’associazione italiana arbitri, nel 2009 aveva detto: “Mai dire mai sulla moviola in campo“. Aprendo di fatto alla possibilità di in futuro con la tecnologi in campo. E se lo dice il presidente degli arbitri… Che infatti nel 2014 dichiara: “Se arriva la moviola in campo il calcio è finito“. Quindi di fronte alla possibilità concreta di una sua introduzione, la categoria arbitrale si sente sotto attacco e serra le fila.

Ma la macchina si è avviata e l’introduzione del Virtual Assistant Referee è ormai imminente. Il primo impulso concreto è di Gianni Infantino, neo presidente della Fifa. Che subito marca la distanza dai predecessori e si spende in prima persona sull’argomento, facendone la bandiera del rinnovamento di cui si fa promotore. Augurandosi un immediato avvio delle sperimentazioni. Reso possibile dall’Ifab, l’International Foootball Association Board, l’organismo che decide le regole del calcio.

Il primo protocollo di utilizzo secondo la FIFA

Primi utilizzi nel mondiale per club del 2016. Sperimentazioni nelle amichevoli internazionali. Poi le leghe nazionali. Un anno per mettere a punto la macchina, che sembra però essere effettivamente pronta. Così pronta che addirittura in Italia si parte con un anno di anticipo rispetto alla tabella di marcia. E dopo la sperimentazione della stagione 2016/2017, tutto è pronto per essere introdotto ufficialmente in Serie A.

Tavecchio in lacrime dopo l’elezione del 2014

Il 2017/2018 è la stagione dell’introduzione ufficiale. L’Italia è apripista, assieme a Germania e Olanda, e tira così la volata per l’utilizzo nel mondiale russo in programma in estate.

Carlo Tavecchio, irresistibile attore d’avanspettacolo nonché presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio dell’epoca, dichiara:

La Fifa non ha ancora comunicato la decisione ma tutti i segnali sono chiari. Si partirà da inizio campionato, abbiamo chiesto alle società un po’ di comprensione e in ogni stadio avremo bisogno di una sala, più otto telecamere. La Lega sosterrà i costi, nell’ordine di 2 milioni. (Fonte)

Tra l’altro il nostro racconterà in futuro che fu difficile convincere  Nicchi e gli arbitri, ai quali la decisione fu praticamente imposta:

Il Var è un discorso molto ampio che parte da una questione del 2014. Due anni dopo vennero stabilite le norme di ausilio agli arbitri e si doveva capire chi dovesse applicarle. Le abbiamo applicate noi contro l’indifferenza del sistema arbitrale che non aveva avuto modo di apprezzare. (Fonte)

Tra alti e bassi la cosa sembra poter funzionare. Il protocollo non è perfetto. In un primo momento si usa troppo poco. Poi forse troppo. Poi non si capisce chi la chiama in causa, se l’arbitro o il VAR stesso. Quando si debba punire il fallo di mano (prima bastava dire: l’arbitro non l’ha visto). I tempi sono comunque lunghi, tra la chiamata del VAR e la decisione finale. I tifosi si spazientiscono, i giocatori pure. Alcune decisioni non sono chiare, ma in linea di massima sembra che le polemiche siano un po’ diminuite.

Ma il padre putativo della più grande innovazione tecnologica del calcio, non si è potuto neanche godere il risultato delle sue mille battaglie. L’8 ottobre 2017 muore a Roma Aldo Biscardi, neanche 2 mesi dopo l’introduzione del VAR.