Tutti quanti amano Kazu Miura

Kazu Miura con la Maglia dello Yokohama F.C.
Kazu Miura oggi

Il motivo per cui tutti quanti amano Kazu Miura è legato al ricordo che hanno di un calcio che fu, a quell’ultimo decennio di splendore del campionato italiano. Tutti quanti amano Kazu Miura per il fascino esotico e discreto del Sol Levante. Tutti quanti amano Kazu Miura perché a dispetto dell’età, non si è mai arreso all’inesorabile scorrere del tempo. L’uomo della strada all’età di Miura è alle prese con acciacchi vari, che ne pregiudicano anche il semplice scendere dal letto o alzarsi dal divano. Magari azzarda ancora tentativi di calcio e calcetto tra amici. O delle corse all’aperto per “mantenere prestanza”. Difficilmente è pagato per giocare a calcio.

E invece, ogni inizio anno, il nostro rinnova per una stagione con i suoi Yokohama F.C., anche dopo aver superato la soglia dei 50. Sarà forse grazie a quella longevità genetica tipica dell’uomo del Giappone? Chi lo sa. Ma fatto sta che, proprio nel periodo in cui fantacalcisti diligenti e tifosi accaniti si nutrono avidamente di ogni tipo di notizia di calciomercato, ecco che fa capolino un trafiletto, un fondo pagina, una notizia correlata, un commento su un blog, che comunica loro che l’eterno Miura è ancora in pista. E come di incanto, il malinconico ricordo di quel calcio pop anni ’90 attanaglia l’animo e offusca la mente. E si va con la memoria a quel Genoa lì e alla sua annata orribile, al professor Scoglio, alle magliette vintage, a Skuhravy, al crudele spareggio con il Padova del super nostalgico Lalas.

Kazu Miura con la maglia del Genoa
Miura ieri

Certo che se proprio si volessero ricordare le gesta concrete di Miura in Italia, a dispetto del Miura che risiede nell’immaginario collettivo, al massimo si potrebbe ricordarne l’unico gol nel nostro campionato. Tra l’altro in uno sciagurato derby della Lanterna per il Grifone. E forse ci si potrebbe anche ricordare che si fratturò il naso in uno scontro di gioco con Baresi, dopo appena 28 minuti dal suo esordio in Italia. Con una tribuna stampa piena di giornalisti giapponesi, ovviamente. Difficilmente ci si ricorderebbe un altro singolo minuto della manciata di presenza di Miura in Italia. Perché quella di Miura è stata solo una grande operazione commerciale.

Ma tutti amano Kazu Miura, non tanto per quello che ha fatto, ma perché quel Miura che ricordano è lo stesso Miura che vedono oggi. E “in un mondo che ci è ostile, rovinato dalla droga, c’è una stella che riluce, c’è qualcosa in cui sperare. È un sentimento antico, puro, semplice ed ambiguo che principio e ispirazione trae dall’uomo del Giappone“. (Elio e le Storie Tese, Alfieri)