Il gol di Tuta: quando segnare fa incazzare… tutti

1998. Moacir Bastos, in arte “Tuta“, approda sulle rive di Venezia dopo una brillante stagione all’Atletico Paranaense. Ha solo 24 anni e la grande occasione di costruirsi un luminoso futuro in Europa. Per di più nel campionato più bello del mondo (eh sì, all’epoca la serie A era probabilmente il miglior campionato del mondo).
Certo che con Maniero e Recoba lì davanti, il giovane brasiliano è destinato a fare tanta panchina. Ma al contempo ha la possibilità di imparare molto e crescere, per diventare magari un giorno quel campione che sogna di essere. Ecco perché deve cercare di farsi trovare sempre pronto, impressionare Novellino e convincerlo a puntare su di lui. Ogni minuto in campo è un occasione per mettersi in mostra.

Il 24 gennaio è un giorno di calcio come un altro. Venezia e Bari scendono in campo per la prima giornata di ritorno. La laguna lentamente viene invasa dalla nebbia e per i pochi spettatori in tribuna lo spettacolo in campo è a dir poco imbarazzante. A metà della partita le squadre sono sull’1-1 e tutte e due dimostrano di volerla finire così. Da un pezzo non si vede più un tiro in porta, il ritmo è di una lentezza snervante e la partita è proprio penosa.
Nel finale di gara Novellino decide di regalare qualche minuto a Tuta, che appena entrato sfiora subito il gol. Il ragazzo non sembra aver capito la situazione e il suo “impegno” appare decisamente fuori luogo. Stando alle parole dello stesso calciatore, addirittura Maniero gli avrebbe detto di non segnare e lasciare il pareggio intatto. Ma al 90′ Tuta, in barba a tutte le raccomandazioni, incorna un cross dalla sinistra ed insacca di testa. Ad esultare è solo, nel gelo della laguna e nel tiepido entusiasmo dei compagni (addirittura Marangon, suo compagno di squadra, si mette le mani nei capelli). Il giocatore sembra aver fatto arrabbiare tutti… ma proprio tutti! E infatti gli ultimi 4 minuti di gara si trasformano in una caccia all’uomo, con Tuta servito dai compagni e falciato dagli avversari.

Al termine della partita gli animi si scaldano. Innocenti, capitano del Bari, spintona Maniero, capitano del Venezia, ed eloquentemente lo manda a quel paese. Al rientro negli spogliatoi, il giocatore brasiliano riceve le poco cordiali “attenzioni” dei giocatori del Bari (nella foto il buffetto poco amichevole di De Rosa), con minacce e insultati a vagonate.

Quella partita sancisce la fine della carriera di Tuta (stando alle sue parole), che a luglio se ne torna in Brasile. La procura istituisce un’indagine, successivamente archiviata, nella quale vengono sentiti giocatori e presidenti. Tutti negano la combine (e ci mancherebbe!) e l’indagine viene archiviata.E così consegniamo alla storia una delle pagine più imbarazzanti della storia del calcio italiano…


Venezia Bari – La verità di Tuta