Grasso è bello: quando il peso conta

Il gioco del calcio è notevolmente cambiato nel corso degli anni. Se si confronta una partita di oggi con una di 50 anni fa, la prima cosa che balza agli occhi è la netta differenza di velocità di gioco. Nel calcio odierno i giocatori sono atleti iper allenati, con scatti da centometristi e fisici da personal trainer. Ed ecco perché quando in campo vedi comparire giocatori con qualche chilo di troppo nel pubblico scatta subito la risata e l’ovazione. Perché l’atleta con il fisico del tifoso, abituato a tracannare birra e a guardarle le partite, non a giocarle, fa simpatia. Eppure, nella storia del calcio, ci sono innumerevoli esempi di giocatori sovrappeso che, nonostante l’evidente problema estetico e motorio, sono riusciti a lasciare un’impronta indelebile nel mondo del calcio. Stiamo parlando di giocatori del calibro di: Maradona, che ha sempre avuto una pingue forma; Ronaldo, che dopo il trasferimento al Real Madrid di anno in anno ha messo su sempre più chili (che non l’hanno frenato nelle sue vittorie); Gascoigne, che probabilmente doveva il suo fisico non proprio longilineo alle abitudini poco virtuose che esercitava fuori dal campo (glu glu glu!); Ferenc Puskas, che fu comprato dal Real Madrid quando era di 18 chili in sovrappeso, guadagnandosi il soprannome di Cañoncito, cioè “Cannoncino” (sì, ma con il Real segnò 156 gol in 180 presenze, vincendo 6 campionati, 3 Coppe dei Campioni, un’Intercontinentale, una Coppa di Spagna). Poi ci sono altri casi di calciatori di ottimo livello che hanno sempre avuto diversi problemi con la bilancia, come Cassano ed Adriano.


Micky Quinn, detto Sumo
Andando a ritroso nel tempo gli esempi poi si moltiplicano. Un certo Micky Quinn, un attaccante dall’onesta carriera a cavallo tra gli ’80 e i ’90, si era guadagnato il soprannome di “Sumo”. Ovviamente era l’idolo dei tifosi del Coventry che per lui coniarono uno splendido coro: “He’s fat. He’s round. He’s worth a million pounds. Micky Quinn, Micky Quinn” (“E’ grasso. E’ rotondo. Vale un milione di sterline, Micky Quinn, Micky Quinn”). Eppure la sua forma non gli ha impedito di segnare ben 233 gol in 535 presenze tra Inghilterra e Grecia (una fugace permanenza al Paok).
Jan Mølby
Thomas Brolin è invece una vecchia conoscenza del calcio italiano. E, per chi se lo ricorda solo con la maglia del Parma forse trasalirà vedendo la forma che acquisì con il suo trasferimento in Inghilterra, prima al Leeds poi al Crystal Palace. Ma bisogna dire che un brutto infortunio causò il drastico calo di forma del giocatore svedese, infortunio dal quale praticamente non si riprese più.
Jan Mølby è stato una bandiera del Liverpool, con cui ha giocato dal 1984 al 1995. E, se nei primi anni di carriera poteva contare su un fisico da calciatore, superati i 30 Jan ha cominciato a vantare un profilo più consono a quello di un frequentatore di bar che ad un calciatore. Nonostante questo è  considerato dai suoi fan uno dei più grandi centrocampisti di sempre del Liverpool.
Neil Ruddock
Il difensore Neil Ruddock, detto “Beefy“, ex di Liverpool e Tottenham. Al suo nome è legato un episodio singolare. Passando nel 2000 dal West Ham al Crystal Palace, si vide applicare una clausola legata al peso: 10 per cento del suo stipendio di multa ogni volta che avesse superato i 99,8 chili. Soglia regolarmente oltrepassata che ne causò anche l’impossibilità di schierarlo in squadra, in quanto non si riuscivano a trovare dei pantaloncini adatti a lui (!).
Ma quello che è probabilmente l’esempio più eclatante di calciatore grasso e forte è probabilmente Aílton. Obiettivamente un ciccione, ma capace di trascinare la sua squadra, il Weder Brema, alla conquista dello scudetto.
Aílton in posa con il Meisterschale
Ora, per chi lo ha visto giocare, la cosa che colpiva di più era la sua inaspettata agilità, che unita ad un potente sinistro e ad una grande tecnica, ne faceva un attaccante micidiale, difficile da marcare per le difese tedesche. In 169 presenze con il Werder, segnò la bellezza di 88 gol (28 le sue reti nella stagione dello scudetto). La sua ultima stagione a grandi livelli l’ha giocata con lo Shalke 04, segnando 14 gol e vincendo anche la Coppa Intertoto (torneo piuttosto vintage).
Jeroen Verhoeven
Tra gli estremi difensori, invece, il fisico da giocatore di tressette dovrebbe rendere piuttosto “inagevole” lo svolgimento del ruolo per cui si è pagati. Certo è vero che più si è grossi e meglio si copre la porta, però certe eccedenze andrebbero regolate. Guardando in casa viene da pensare ai problemi di Peruzzi con il controllo del proprio peso (che gli valsero anche una squalifica per doping secondo la versione ufficiale dell’epoca, oggi sbugiardata dal diretto interessato). Ma attraversando il vecchio continente verso nord, di portieri dalle pingui forme ne troviamo a bizzeffe. Ad oggi, quello che è probabilmente il giocatore professionista in attività più pesante di tutti è Jeroen Verhoeven, secondo portiere dell’Utrecht ed ex secondo dell’Ajax. Quasi due metri di altezza per un peso prossimo ai 130 kg. A guardare la foto c’è da rimanere di stucco.
Neville Southall
Attraversando la Manica, poi, possiamo citare il portiere Neville Southall, non proprio esile estremo difensore inglese dell’Everton dal 1983 al 1997. Ma nel suo caso i problemi di peso sono iniziai con l’avanzare dell’età, mentre prima il buon Neville vantava un fisico di tutto rispetto e dei riflessi da vero felino, che gli consentirono di vincere 2 campionati inglesi, 2 coppe d’Inghilterra, 4 Community Shields e una Coppa delle Coppe. A tutt’oggi Neville Southall è considerato uno dei portieri inglesi più forte di tutti i tempi (vedere per credere). 
William Henry “Fatty” Foulke
Ma il record assoluto di peso è da attribuire a William Foulke, noto anche come William Henry “Fatty” Foulke, che arrivò a pesare 150 kg. Era il portiere della Sheffield United, gloriosa società fondata nel 1854 (all’inizio era una società di Cricket), attivo tra il 1894 e il 1907 (con lo Sheffield fino al 1905). Come detto era un calcio diverso e la “stazza” per un portiere era probabilmente un vantaggio. Con i colori della sua squadra, Foulke si aggiudicò persino due coppe d’Inghilterra, nel 1899 e nel 1902.
Grasso è bello!!!