Il kung-fu style di Eric Cantona

Adesso se ne fa un gran parlare, ma 20 anni fa uno stadio senza barriere, in Italia, era pura utopia. Diversa cosa oltremanica. Lì è normale. Il pubblico è praticamente a bordo campo, ospitato in strutture fatte appositamente per il calcio, senza piste di atletica o altro. Lo spettatore può così osservare i propri beniamini a portata di sputo.
Di quanto possa essere bella ed intensa un’esperienza di questo tipo, chiedetelo a Matthew Simmons, un tifoso del Crystal Palace come tanti.

Matthew, il 25 gennaio del 1995, va allo stadio a tifare per la sua squadra del cuore. Quel giorno i glaziers affrontano il Manchester United e Simmons siede a ridosso del campo, nella zona tra la tribuna centrale e la curva.
Partita veloce, gioco duro e tanta intensità, come solo il calcio inglese sa regalare. Ma alla fine del primo tempo la partita è ancora bloccata sullo 0-0. Si rientra dagli spogliatoi e pronti via, al minuto 48′, l’arbitro Alan Wilkie estrae un cartellino rosso nei confronti di Cantona, reo di aver rifilato una brutta manata ad un difensore avversario. Il fumantino attaccante francese non la prende bene, ma placato dai compagni si avvia a passo lento verso gli spogliatoi. Ad accompagnarlo un coro di fischi ed insulti. Anche Simmons partecipa al coro. Destino vuole che per una qualche ragione Cantona abbia deciso di sfogare tutta la sua rabbia e la sua frustrazione proprio nei confronti di uno dei tifosi che più gli era vicino in quel momento.
Il destino ha voluto che Matthew Simmons passasse alla storia come il tifoso colpito dal calcio stile Bruce Lee di Eric Cantona.