La lite tra Gaucci e Matarrese. “Gaucci! Noi siamo di Serie A!”

Le polemiche nel mondo del calcio sono all’ordine del giorno. Coinvolgono tifosi, giocatori, allenatori, dirigenti e presidenti. Battute, sfottò, insulti e alle volte si arriva anche alle mani. Tra le tante che negli anni hanno affollato le trasmissioni televisive e le prime pagine dei giornali, val la pena ricordare forse quella più divertente di tutte.
Corre l’anno 1999. Si è appena conclusa la partita Perugia-Bari, che ha visto imporsi la squadra pugliese per 2-1. Prima sconfitta in casa per la squadra del vulcanico presidente Gaucci, che ha non poco da recriminare contro l’arbitraggio di Pellegrino. L’episodio principe, che ha dato il via alle polemiche, avviene al 9′ del primo tempo, quando Duccio Innocenti, arcigno e rude difensore del Bari, in piena area di rigore avversaria rifila una gomitata a Renato Olive, rompendogli uno zigomo. Dell’accaduto l’arbitro non se ne accorge.
Complice la sconfitta finale, a fine partita il presidente Gaucci sbotta. Oggetto della sua ira sono Pellegrino, reo di non aver visto un chiaro intervento da espulsione, e Vincenzo Matarrese, che incautamente si rivolge a Gaucci come dall’alto di un piedistallo (“Gaucci! Noi siamo di Serie A!”).
Il presidente del Bari è fratello di Antonio, alla guida della Federcalcio fino al 1996. E con la famiglia Matarrese e i palazzi del potere, Luciano Gaucci ha un conto aperto, che risale al 1992, quando il suo Perugia si giocò fino all’ultima giornata la promozione in B contro la Fidelis Andria. Nell’ultimo incontro di quel campionato, la squadra umbra pareggiò a Barletta 1-1, e la contemporanea vittoria della Fidelis Andria a Chieti sancì la fine dei sogni di promozione.

Di quella partita Gaucci ricorda bene la famiglia Matarrese in tribuna a tifare per la squadra pugliese e l’arbitro Pellegrino in campo a dirigere l’incontro. Una partita chiusa dal Perugia in 9 e polemiche a non finire nel dopo gara.
Nel tunnel di uscita dagli spogliatoi si sfiora così la rissa. Ingiurie ed insulti, qualche spintone e un Gaucci indemoniato che viene a stento trattenuto dall’entrare nel pullman del Bari, per dirgliene quattro (usando un eufemismo) al presidente avversario.